#33

 

Apocalypse Nation: Parte 3

 

di Luca Losito & Carlo Monni

 

 

La cittadella - Sotterranei dell’isola di Genosha.

 

 -Quindi è questo il vostro rifugio? Le vecchie gallerie dove i mutanti si nascondevano dai Magistrati durante la schiavitù?- chiese Wolverine mentre si sedeva in quello che sembrava fosse un bunker antiatomico illuminato a malapena da alcuni neon.

  -È l’unico posto che Apocalisse e i suoi Cavalieri non conoscono. Avevo fatto cancellare l’esistenza di questo bunker da tutti i database dell’isola. Solo io ne ero a conoscenza.- rispose Magneto togliendosi il casco e mostrando a tutti il volto provato e la lunga barba bianca.

 -Lungimirante.- rispose Wolverine con un tono leggermente provocatorio. Si fidava poco del signore del magnetismo, sapeva che, nonostante la situazione drammatica, Magneto non avrebbe mai giocato a carte scoperte con nessuno. In più non aveva dimenticato tutto il dolore che gli aveva provocato quando gli aveva estratto l’adamantio dalle ossa per punirlo di essersi opposto a lui.[1] Diceva di essere cambiato ma Logan non riusciva ancora a fidarsi del tutto.

 -Sono state prese le dovute precauzioni. È spiacevole ma necessario quando sei il governante di un intero Stato che è, molto spesso, l’epicentro di innumerevoli pericoli.- rispose seccato Magneto.

 -Peccato che in questo caso, la minaccia sia arrivata dall’interno… giusto?-

 -Logan non è il momento di mettersi a cercare rissa.- lo interruppe Kitty Pryde avvicinandosi all’amico ed abbracciandolo -Ti posso assicurare che Magneto e tutti quanti noi abbiamo fatto il possibile per salvare la maggior parte degli abitati di Genosha e tentare di fermare questa minaccia.-

 -Citizen X fammi un rapporto sui feriti.- chiese Magneto -Come sta Wanda?-

 -Mio signore, sua figlia è stabile e non ha subito nessuna ferita. Ha bisogno soltanto di molto riposo, ma preferisce rimanere in piedi e prendersi cura di Arcangelo.-

 -Come sta lui invece?- chiese Wolverine visibilmente preoccupato.

 -Non bene purtroppo, ha subito una profonda ferita all’ala sinistra. L’ascia di Guerra ha reciso la maggior parte dei tendini e delle nervature. Il Dottor McCoy ha ritenuto necessario amputare l’ala per poter suturare la ferita e sperare che possa sopravvivere e il dottor Salkovskis è stato d’accordo.-

 -Oh mio Dio, ma è terribile.- disse Kitty Pryde con un filo di voce, al pensiero dell’amico mutilato.

 -Quel dott. McCoy ha deciso di amputare le ali di Warren?- esplose Wolverine alzandosi in piedi -Ma siamo impazziti?! Quello non è l’Hank McCoy che conosco, ma è la Bestia Nera! Un macellaio proveniente da un’altra dimensione, dal quale non mi farei neanche mettere un cerotto!-

 -Calmati Logan… McCoy è pur sempre un ottimo chirurgo ed ha anche lui a cuore la nostra causa.- rispose Magneto cercando di tranquillizzare Logan -Inoltre non abbiamo alternative ora come ora.-

-Davvero?- ribatté Logan visibilmente alterato -Quel mostro è fedele ad una sola causa, la sua. Ti illudi se la pensi diversamente.-

 -Signore…- intervenne ancora Citizen X, -… la devo inoltre avvertire che non credo che Mother sarà più in grado di scendere in campo se necessario. Come sa, la sua stessa mutazione la lega profondamente alla natura. Apocalisse trasformando l’intera isola in un regno di ghiaccio, ha bloccato il suo potere e ciò la porta ad essere sempre più debole.-

 -Sapevo che prima o poi sarebbe successo.- rispose Magneto pensieroso cercando di mascherare la sua preoccupazione.

 -Apocalisse… ricordo che tentò di attaccare Chuck[2] manifestandosi come tumore sul corpo del feto che Jean porta in grembo.- disse Wolverine risiedendosi e cercando di misurare la minaccia che avevano di fronte -Ma ricordo anche che lui, Jean ed Emma erano riusciti a sconfiggerlo.-

 -Non fu così Logan.- rispose Magneto sedendosi davanti a lui e guardandolo negli occhi -Proprio in quell’occasione, appena prima che venisse sconfitto sul piano astrale dalla Forza Fenice, un piccolo frammento di Apocalisse riuscì ad insinuarsi all’interno della mente di Emma Frost, dove rimase dormiente per poco tempo… quanto bastò per prenderne il controllo e usare i suoi poteri per uccidere Charles. Ricordo ancora quando venni informato dal buon Dott. McCoy (quello originale) sulla terribile minaccia che Emma dichiarava di avere dentro la sua mente. Per evitare che Apocalisse prendesse definitivamente il sopravvento sui suoi poteri telepatici, Emma decise di rimanere in modo permanente nella sua forma adamantina. Io, Hank ed Emma decidemmo insieme di non rivelare nulla al resto del mondo e a voi X-Men.-

-Gran bell’idea davvero.- commentò, sarcastico Wolverine -Se ci aveste informati in tempo, forse avremmo potuto fare qualcosa e magari Chuck sarebbe ancora vivo.-

-Col senno di poi, devo darti ragione ma eravamo ancora scossi dalla morte di Charles e in quel momento pensavamo di poter contenere quella minaccia o perlomeno avere il tempo di studiarla e neutralizzarla definitivamente per cui non allarmammo nessuno.-

-Da te potevo aspettarmelo ma da McCoy… non mi ha detto niente nemmeno quando ci siamo rivisti alla scuola e questo non è da lui. A meno che…-

-Apocalisse non stesse già usando i poteri di Emma per influenzarci tutti. È questo quello che pensi?- chiese Kitty.

-Avrebbe senso in effetti.- ammise Magneto –Ci avrebbe manovrato per garantirsi il suo ritorno mentre noi confidavamo nel fatto che Emma non avesse accesso ai suoi poteri telepatici in forma adamantina ma se lei fosse stata già sotto il suo controllo…-

-Vi ha giocati tutti.- commentò Logan -Bel lavoro che hai fatto, cocco.-

            Magneto non sembrava nemmeno starlo a sentire.

-Ha scelto bene il momento per colpire: un giorno, Bestia mi disse di dover tornare alla scuola Xavier per poter recuperare un paio di macchinari che l’avrebbero potuto aiutare a studiare meglio il caso di Emma e trovarle una cura. Gli feci preparare un jet e partì. Proprio in quel momento Apocalisse decise di agire. Ormai aveva il pieno controllo del corpo di Frost, la fece tornare nella sua forma umana ed accedendo agli incredibili poteri telepatici che possiede, influenzò Robert Drake trasformandolo in Morte, il suo primo cavaliere. Da lì a poco generò gli altri tre cavalieri, Pestilenza, Carestia e Guerra e con il suo nuovo esercito attaccò il palazzo presidenziale ed in breve sottomise l’intera popolazione al suo dominio. La Confraternita e io non fummo pronti a quell’attacco e venimmo sopraffatti...-

-Mi stai dicendo che Apocalisse in realtà è Emma... O meglio che Emma in realtà è Apocalisse?- chiese Wolverine ancora più confuso da quella storia.

-È proprio così.- rispose Kitty -Ricordi certo che la versione cattiva di Hank, proviene da una dimensione alternativa dove Apocalisse dominava l'intero mondo. Ci ha spiegato che la coscienza di Apocalisse è in grado di impadronirsi del corpo di un altro se necessario.-

-Ancora non riesco a crederci. Jean dov'è? è qui con voi immagino…-

Il silenzio scese improvvisamente in quella stanza.

-Jean non è qui con noi Logan.- rispose, infine, Magneto -Ero con lei il giorno della grande battaglia quando le forze di Apocalisse sono riuscite a conquistare il palazzo presidenziale. Cercai con tutte le forze di proteggere Jean e fermare l'avanzata dei quattro cavalieri ma venni sopraffatto. Allora intervenne lei: tentò di scatenare i suoi poteri della Fenice, ma sapeva di non poter combattere. La gravidanza era quasi al termine e il timore di perdere sua figlia la portò sulla difensiva. Grazie ai suoi poteri, la Fenice creò una sorta di uovo attorno a lei che la proteggesse in un momento così delicato. La battaglia terminò quando Emma riuscì a mettere le mani su quell'uovo ed io non ebbi nulla altro da fare che fuggire, organizzare una resistenza con gli alleati rimasti e pianificare la nostra vendetta.-

-Mi stai dicendo che Jean, incinta e quasi sul punto di partorire, è nelle mani di Apocalisse? Ma cosa diavolo stiamo aspettando ad andare nel palazzo, sconfiggere quell'essere per l'ennesima volta e salvare Jean da tutto questo?-

-La cosa potrebbe non essere semplice come pensi Logan.- lo avvertì Magneto -Non so quali siano le intenzioni di Apocalisse, ma finché Jean rimarrà dentro quell'uovo sono sicuro che non potrà farle del male. Non posso pensare che Apocalisse sia così folle da tentare di aprire quel bozzolo e scatenare la forza Fenice, di cui dubito possa prendere il controllo.-

-Quindi cosa pensi di fare?- chiese Logan

-Seguimi. Non sono stato tutti questi giorni con le mani in mano attendendo che qualcuno di voi da là fuori venisse in nostro soccorso. Ho studiato un piano d'attacco che potrebbe permetterci di affrontare Apocalisse ad armi pari e sconfiggerlo.-

 

 

Nei cieli sopra Genosha. A bordo dell’Eliveicolo dello S.H.I.E.L.D.

 

Era probabilmente una delle più grandi concentrazioni di superesseri in costume che si fosse mai vista a bordo dell’immensa portaerei volante della più grande agenzia spionistica e di sicurezza del Mondo. C’erano praticamente quasi tutti i supereroi mutanti presenti nel database dei superumani dello S.H.I.E.L.D. e la cosa rendeva qualche agente un po’ nervoso.

Gli sguardi delle persone presenti nella Situation Room erano a dir poco cupi. La tensione si tagliava letteralmente con il coltello.

-Non lo sopporto più!- sbottò improvvisamente Quicksilver -Sono ore che non abbiamo notizie di Wanda. Dobbiamo fare qualcosa.-

-Non c’è molto che possiamo fare amico.- ribatté Nick Fury mordendo un sigaro spento –L’intera isola di Genosha è circondata da una barriera protettiva e non siamo ancora stati capaci di sfondarla.-

-Ma Wanda è riuscita ad aprire un varco per un po’.-[3] replicò Pietro Maximoff -Avremmo dovuto seguirla tutti e non lasciarla andare da sola con Arcangelo e Wolverine.-

-È stato un rischio calcolato.- intervenne Ciclope -Non avevamo idea di come Apocalisse avrebbe reagito ad un attacco in forze. Non credi che ti capisca? Mia moglie è lì ed è incinta. Non pensi che vorrei essere al suo fianco?-

-E allora perché le hai lasciate?-

            Ciclope era decisamente punto sul vivo. Esitò prima di parlare ancora:

-Io…-

            Prima che potesse continuare, la porta si spalancò ed entrarono alcune figure in costume: un uomo alto dai capelli bianchi il cui occhio destro mandava strani luccichii, una ragazza dai capelli rossi annodati in una treccia che indossava una tuta rossa così attillata da sembrare dipinta addosso, un altro con un impermeabile e una fascia a fermargli i capelli, una ragazza attraente dai capelli castani con un ciocca bianca ed infine una donna di colore dai lunghi capelli bianchi e gli occhi insolitamente azzurri.

-Siamo arrivati non appena abbiamo potuto.-. disse l’uomo dai capelli bianchi -Com’è la situazione?-

            Fu l’X-Man noto come Bestia a rispondergli:

-In una parola sola, Cable: disastrosa.-

 

 

Genosha, La cittadella, alcuni piani sotto terra, nel laboratorio d’emergenza del dott. Salkovskis.

 

Le porte automatiche si aprirono al passaggio di Magneto e Wolverine, che entrarono in quello che pareva essere un improvvisato laboratorio medico, costruito all'interno di un circo degli orrori. Appena entrato, l'odore forte e pungente di acido fece ritornare in mente a Logan alcuni frammenti di ricordi di Arma X.

-Bentornato nel laboratorio Erik, come posso esserti utile?- chiese il Dott. Salkovskis avvicinandosi ai due nuovi arrivati.

Logan rimase colpito dall'aspetto di quell'uomo in camice, aveva sicuramente l'aria di un medico (più sicuramente della Bestia Nera), ma quella sua pelle così pallida e quegli occhiali tondi e scuri che portava, gli incutevano quasi più timore.

-Salkovskis ho bisogno di accedere alla cripta, lo scontro finale è ormai alle porte voglio essere sicuro che il nostro asso nella manica sia pronto.-

"Come desideri Erik, seguitemi vi accompagnerò io stesso.- rispose il dottore con tono fin troppo servile.

Wolverine seguì Magneto e il dottore. Era leggermente turbato dalla presenza di quello strano personaggio. Era sicuro di averlo già incrociato da qualche parte durante la sua permanenza a Genosha, ma non si era mai avvicinato così tanto da poterne percepire l'odore. E ciò che mise in guardia Wolverine, fu proprio che il Dott. Salkovskis non emanava nessun odore che i suoi sensi affinati potessero percepire. Aveva sentito parlare di lui ma lo riteneva solo un normale umano, un neuropsichiatra, un antropologo che lavorava per il Cremlino prima di trasferirsi a Genosha, ma ora era ovvio che fosse qualcosa di più. L’istinto lo avrebbe spinto ad attaccarlo ma la ragione diceva a Logan di aspettare, di saperne di più su una potenziale minaccia.

I tre uomini entrarono all'interno di un'altra stanza del laboratorio, anche essa divisa da spesse porte metalliche. Al centro della stanza, all'interno di un grosso macchinario, era immerso in una soluzione bluastra il corpo di un giovane ragazzo in animazione sospesa.

-Il soggetto è stabile e risponde ai nostri stimoli. Si trova in una sorta di stasi e grazie alla sua fisiologia non necessita di nutrizione. Il fantastico macchinario che il mio collega Dott. McCoy ha realizzato riesce a contenere perfettamente i poteri del soggetto.-

-Chi diavolo state tenendo in provetta?- chiese Logan infastidito nel vedere quel ragazzo, apparentemente indifeso, all'interno di quel gigantesco macchinario.

-Il ragazzo si chiama Origine. O meglio, ha detto di chiamarsi così, non sappiamo quale sia il suo vero nome. Molto prima della morte di Charles, una squadra di X-Men capitanata da Tempesta ci segnalò l'esistenza di questo essere con cui era venuta in contatto. Ci dissero che ipotizzavano si trattasse di una nuova forma mutante dagli straordinari poteri, ma che sarebbe potuta diventare una terribile minaccia per l'intera umanità.[4] Grazie a Cerebro, il Professor Xavier riuscì a localizzare il ragazzo, ed io inviai la Confraternita a recuperarlo e portarlo a Genosha, dove avremo potuto aiutarlo.-[5]

-Charles non mi aveva detto nulla su questo.-  disse Wolverine.

-Riuscimmo a portarlo a Genosha e subito il Dott. McCoy di questa realtà si mise a studiare il suo codice genetico e a capire come poter gestire il suo enorme potere.-

-Che cosa riesce a fare?-

-Non lo sappiamo con certezza.- rispose Magneto -Al momento sappiamo che la sua sola presenza disintegra tutto ciò di organico che lo circonda.-

-Dici bene solo in parte!- intervenne il Dott. Salkovskis con un sussulto di orgoglio -Il suo genoma è differente da qualsiasi essere umano o mutante presente sulla terra. Rappresenta il primo essere di una nuova specie mai vista finora, potrebbe rappresentare la definitiva evoluzione dell'Homo Sapiens Superior. Per questo motivo, Erik, per quanto possa essere d'accordo che il suo potere potrebbe tornarci utile per sconfiggere Apocalisse, mi chiedo se sia il caso di esporre al pericolo di morte il primo e unico esemplare di questa nuova specie.-

-Sì dottore. Vale sempre la pena lottare per la sopravvivenza della propria razza.-  rispose con fermezza Magneto fissandolo con sguardo severo.

-Ma naturalmente Erik... facciamo come vuoi.- rispose il Dott. Salkovskis abbassando lo sguardo -Il dott. McCoy sta mettendo a punto la tuta contenitiva che permetterà al soggetto Origine di potersi muovere nell'ambiente senza recare alcun danno che sia contro la sua volontà. A tal proposito, ti vorrei mostrare l'impianto che applicheremo all'encefalo del soggetto e che ci permetterà di poterlo controllare nel caso sia...-

-Fai ciò che è necessario.- interruppe di colpo Magneto alzando la mano.

 

 

Nei cieli sopra Genosha.

 

-Conosco bene Apocalisse…- stava dicendo Cable -… dopotutto sono stato addestrato sin dall’infanzia per combatterlo.-

-E che sai dirci di lui?- chiese Nick Fury.

-La versione sintetica? È un essere millenario la cui prima apparizione data dall'antico Egitto. Uno dei più antichi mutanti conosciuti… anche se ce n’è in giro una che lo batte di gran lunga.[6] Il suo credo è la sopravvivenza del più forte ed il suo scopo riplasmare il Mondo a sua immagine e somiglianza attraverso la distruzione e il genocidio di massa.-

-Fantastico… un altro pazzoide megalomane, come se non mi bastasse il Barone Strucker.-

-Quelli dell’Hydra sono dei dilettanti in confronto ad Apocalisse, puoi credermi Nick. È dannatamente difficile da sconfiggere ed è sopravvissuto dall’antico Egitto e nelle migliaia di anni successivi ponendosi in animazione sospesa oppure prendendo possesso del corpo di un'ospite con il quale riusciva in qualche modo a venire in contatto e trasferendoci la sua mente. Il mio clone Stryfe fu creato apposta con questo scopo anche se poi si ribellò al suo fato.-

-Ma noi riusciremo a sconfiggerlo anche stavolta, vedrai, fratellino.- a parlare era stata la ragazza in tuta rossa. Qualcuno che non conoscesse la loro strana storia si sarebbe sorpresa nel sentirla rivolgersi con quell’appellativo ad un uomo che dimostrava almeno trent’anni più di lei ma lì dentro erano in molti a sapere quanto complicato ed intricato fosse l’albero genealogico della famiglia Summers-Grey.

-Vorrei essere fiducioso quanto te, Rachel.- ribatte, cupo, Cable.-

-Fidati, Nathan. Io e la mam… Jean…condividiamo un legame con la Forza Fenice e lei sta tenendo al sicuro sia Jean che la nostra sorella non ancora nata dandoci il tempo di intervenire.-

-Voglia il Cielo che tu abbia ragione, Rachel perché se i nostri compagni a Genosha falliscono, l’alternativa sarebbe troppo terribile da contemplare.-

-Che intendi dire?- interviene Fury.

-Che per impedirgli di espandere il suo potere potrebbe essere necessario distruggere Genosha.-

-Inaccettabile!- sbottò Quicksilver -Non permetterò che sia fatto del male a mia sorella… o a uno qualunque dei nostri amici. Deve esserci un altro modo. Capitan America[7] lo diceva sempre… e aveva ragione.-

-Sono d’accordo con Pietro.- intervenne Tempesta -Tu ragioni troppo da soldato, Cable.-

-Questa è una guerra Ororo.- replicò, secco, Cable -Una guerra per la sopravvivenza stessa dell’umanità.-

            Prima che chiunque potesse fare una qualunque replica Dum Dum Dugan attirò la loro attenzione:

-Venite qua, presto!-

            Ciclope, Quicksilver, Polaris e Nick Fury si affrettarono al maxischermo seguiti dalla Bestia, Cable, Rachel, Tempesta, Rogue e Gambit.

-Che c’è, Vecchio Tricheco?- chiese Nick al compagno di mille battaglie.

-Beh, Nick… io non m’intendo molto di queste diavolerie moderne ma direi proprio che c’è un picco d’energia nel bel mezzo della capitale. Sta accadendo qualcosa e temo che non sia nulla di buono.-

 

 

La cittadella - Sotterranei dell’isola di Genosha.

 

-E così ti sei messo a fare esperimenti sui mutanti? Quanto in basso vuoi scendere Erik?- chiese Wolverine allontanandosi dal laboratorio assieme a Magneto.

-Quanto in basso sarà necessario arrivare Logan. Tu più di tutti dovresti sapere che spesso il fine giustifica i mezzi. O forse dovrei chiederlo a tutte le vittime che sono morte per mano tua?-

-La differenza tra questo e me, è che io non mi servo di altri per non sporcarmi le mani!-

-Forse Logan, non ti accorgi che è solo grazie a me che questa minaccia non è ancora uscita dai confini di Genosha. Il resto del mondo dovrà ringraziarmi per avergli salvato la vita. Se questo vuol dire dover arrivare a sfruttare il potere di questo ragazzo, a malincuore ma lo farò.-

-Non aspettarti un Nobel per la pace quando sarà tutto finito.-

-Io lo rifiuterei nel caso volessero darmelo.-

Ad un tratto udirono un'assordante tonfo provenire dai piani superiori. Le luci dei neon si spensero sostituite da fasci rossi intermittenti e dal suono della sirena dell'allarme.

-Ci hanno scoperti!- disse Wolverine.

-Non è possibile!- rispose Magneto -È l'allarme primario della cittadella questo. Sarebbero dovuti scattare prima gli allarmi che abbiamo piazzato nelle aree più esterne e nell'unico cunicolo che collega questa struttura alla vecchia cisterna. Presto! Dobbiamo salire nei piani superiori!-

L'allarme assordante continuava a suonare, Wolverine e Magneto corsero verso il pianerottolo dove vennero raggiunti da Kitty Pryde che arrivò da loro attraversando il soffitto.

-Kitty cosa sta succedendo?- chiese Magneto.

-È scattato l'allarme nel secondo piano e successivamente nel primo.- rispose lei -Non ne riesco a capire il motivo! Appena è suonato sono corsa nella sala di controllo. Tutti gli altri sistemi esterni non sono scattati, solamente quelli a livello dell'infermeria.-

-Oh Mio Dio!- esclamò Magneto con una flebile voce mentre assieme agli altri due X-Men saliva le scale.

Dopo pochi secondi raggiunsero l'infermeria e rimasero a bocca aperta da quello che videro.
Sembrava che fosse scoppiata una bomba all'interno della stanza, tutto era a terra distrutto e sembrava non esserci nessun superstite.

Ad un tratto videro Citizen X in fin di vita a terra, agonizzante, schiacciato sotto le macerie del soffitto che gli erano crollate addosso.

-Oddio!- esclamò Kitty avvicinandosi in ginocchio al mutante cercando di assicurarsi che fosse ancora vivo.

-Cosa diavolo è successo?-chiese Wolverine spostando le macerie e aiutandolo a tirarsi su.

-Dov'è Wanda?- chiese Magneto disperato

-Signore… sua figlia è stata rapita.- rispose Citizen X con un filo di voce -È stato il ragazzo con le ali... Improvvisamente si è svegliato ed ha incominciato ad urlare. Io e Wanda abbiamo cercato di farlo calmare... ma era impazzito, non ragionava e ci ha attaccato con una forza che non credevo possedesse... poi si è trasformato, la sua ala sinistra i è ricresciuta e quindi entrambe le ali sono diventate di metallo.-

-Oh Mio Dio no, Warren!- urlò Kitty spaventata al solo pensiero di ciò in cui il suo amico si potesse essere trasformato.

-Signore, ho provato a difendere sua figlia con tutte le forze che avevo... ma quell'essere era diventato così forte e pieno di energia che non sono riuscito ad impedirgli che la rapisse.-

-Warren si è di nuovo trasformato in Morte!- disse Wolverine -Ed ha rapito Wanda per...-

-… per portarla da Apocalisse.- concluse Magneto trattenendo tutta la rabbia che in quel momento gli stava esplodendo nel cuore.

 

 

Palazzo presidenziale di Genosha.

 

-Bene bene…- disse Emma Frost, avvicinandosi a passi lenti al centro della sala, accompagnata da alcune ancelle dalla testa di Ibis.

Il suo sguardo maligno era sorpreso. Sapeva bene di avere ormai la vittoria in pugno e che presto avrebbe potuto espandere il suo impero al di fuori di Genosha.

Al centro della sala c’era Arcangelo, le cui fattezze erano ormai mutate in quelle del cavaliere Morte. Le candide ali piumate erano state sostituite da lame metalliche, il volto scuro, gli occhi neri e l’armatura metallica lo copriva dalla testa ai piedi. Ai suoi piedi giaceva, in ginocchio, Scarlet, i cui polsi erano legati.

-Finalmente qualcuno riesce a stupirmi.- proseguì Emma girando attorno ad Arcangelo ed ammirandone l’oscuro aspetto. -Un fedele cavaliere torna sempre dalla sua regina e lo fa sempre con un regalo che la possa riconquistare.-

Emma Frost si voltò verso un lato della sala. In fila c’erano i suoi quattro cavalieri che lei stessa aveva nominato: Carestia che altri non era che Blob, mutato in un essere famelico; Pestilenza, ovvero la misteriosa guerriera, vera e propria arma vivente, nota come Omega Black; Guerra, ovvero Decimus Furius, mutante dalla forma di Minotauro ed infine il demone dal volto ghiacciato che un tempo era conosciuto a tutti come Bobby Drake, l’Uomo Ghiaccio.

Lo sguardo maligno di Emma era rivolto giusto a quest’ultimo. Prima dell’arrivo di Apocalisse, lei e Robert erano stati per lungo tempo molto intimi. Nel momento in cui Emma aveva deciso di rimanere nella sua forma adamantina a causa della presenza sopita di Apocalisse nella sua mente, aveva rinunciato a provare qualsiasi emozione e il rapporto con Robert si era sempre più deteriorato. Quando Apocalisse prese il sopravvento su di lei, tornò a provare emozioni e quel sentimento represso che la legava a quell’uomo, la portò a nominarlo Morte, il suo primo cavaliere.

Più volte Emma Frost aveva ordinato all’Uomo Ghiaccio di portargli la testa di Magneto su un piatto d’argento, ma il cavaliere non c’era mai riuscito. Con il passare del tempo, Emma era sempre più delusa da quella situazione di stallo in cui si trovava. Nonostante continuasse a mantenere il controllo dell’intera isola, non era ancora riuscita a catturare Magneto, penetrare la bolla magnetica che imprigionava Genosha ed espandere il suo dominio verso l’esterno. Tutta la sua frustrazione la riversava verso l’Uomo Ghiaccio, ritenuto ormai non più all’altezza del suo ruolo e del suo compito.

-Mia signora, da quando sono arrivato su quest’isola ho sentito la sua voce chiamarmi. Ma non avevo la forza e il coraggio per seguirla. Adesso sono qui per servire i suoi ordini.- disse Arcangelo inginocchiandosi davanti alla donna.

-In piedi mio cavaliere. Sei riuscito a compiere quello che per molti giorni speravo che succedesse. La figlia del mio peggiore nemico adesso nelle mie mani. Per quanto sia un osso duro, quel vecchio è ormai diventato un sentimentale.- disse Emma appoggiando le mani sul petto di Arcangelo e avvicinando la bocca alla sua -Farà qualsiasi cosa pur di non farmi torcere un capello alla sua bambina.-

Si voltò di scatto per vedere la reazione del suo vecchio amante, nel vederla così vicino al cavaliere che portava lo stesso suo nome: Morte.

Il demone di ghiaccio, che un tempo portava il nome di Bobby Drake, voltò soltanto lo sguardo di lato ed Emma lo notò.

-Morte, hai qualcosa da dire alla tua padrona?- chiese sbeffeggiando l’Uomo Ghiaccio che continuò a tenere lo sguardo basso.

-No mia signora.- disse con un filo di voce.

-Bene. Perché sei davvero fortunato che la battaglia finale stia per arrivare. Ho bisogno del mio intero esercito per poter sconfiggere Magneto e far avanzare il nostro dominio al di fuori dell’isola. Sarebbe stato altrimenti molto interessante organizzare un duello per vedere chi, tra voi due cavalieri, sia degno di essere Morte.-

Scarlet fino a quel momento non aveva detto una sola parola e da quando Arcangelo era riuscito a rapirla e a portarla in volo fino in cima al Palazzo Presidenziale, dove si trovava ora era stata tutto il tempo cosciente attendendo il suo momento.

Appena arrivata, le avevano legato i polsi con un grosso cobra nero che si era trasformato in una pesante corda magica che aveva inibito i suoi poteri. Aveva sentito tutto quello che era successo nella stanza e dentro di se si chiedeva come tutta quella follia fosse accaduta.

-Ora veniamo a te mia cara.- disse Emma Frost avvicinandosi e accarezzandole i capelli.

Scarlet non disse nulla ma non abbassò lo sguardo.

-Sembri molto coraggiosa. In fondo sei una degli eroi più potenti della Terra e non ti spaventi per così poco. Avrai vissuto pericoli ed avventure molto peggiori di quanto ti possa sembrare questa. Ma in questo caso devi stare molto attenta a cosa dici…-

*…e a cosa pensi* disse Emma telepaticamente nella mente di Scarlet.

*Hai di fronte a te uno dei Vendicatori. Siamo addestrati a fronteggiare attacchi telepatici* pensò Scarlet non mostrando un minimo cedimento.

-Allora sarà più divertente del previsto quando avrò bisogno di scoprire tutti i segreti che custodisci nella tua mente. Ma non ho intenzione di torcerti un solo capello, cara.- fu la replica a voce alta di Emma avvicinandosi verso la vetrata della sala da cui poteva ammirare l’intero panorama della Baia di Hammer -L’averti come ostaggio sarà un ottimo motivo per convincere tuo padre a mettersi da parte e sottomettersi al mio potere. Inoltre so che sei da poco diventata mamma, per cui sarai perfetta per poter allevare e crescere il legittimo figlio di Apocalisse.-

La notte era ormai calata da un pezzo, ed Emma Frost rivolta verso la finestra non riconobbe subito l’ombra della gigantesca Sentinella che ormai davanti al palazzo sfondò l’intera vetrata. Solo grazie ad un suo agile balzo indietro, le dita della Sentinella non riuscirono ad afferrarla.

Immediatamente Uomo Ghiaccio ed Arcangelo si precipitarono in soccorso di Emma aiutandola a rialzarsi e assicurandosi che non si fosse ferita.

-E così hai deciso di uscire allo scoperto vecchio!- urlò lei alzandosi in piedi.

Le gigantesche mani metalliche della Sentinella sfondarono nuovamente le pareti della sala scoperchiando l'intero palazzo.

-Forza miei cavalieri attaccate!- ordinò Emma Frost e l’Uomo Ghiaccio, Blob, Omega Red e Guerra si lanciarono contro la gigantesca Sentinella che li aveva attaccati.

-Warren assicurati che non prendano Scarlet!- ordinò Emma.

-Sì mia signora.- rispose Arcangelo prendendo per un braccio Scarlet che tentava di liberarsi.

-Non toccare mia figlia!- tuonò Magneto entrando nella sala assieme a Wolverine e Shadowcat.

-Hai trovato il coraggio di uscire dalle fogne e di attaccarmi a viso scoperto alla fine.- lo rimbeccò Emma.

-Questa volta hai davvero esagerato. Hai messo in ginocchio quest'isola, saccheggiato e torturato i suoi abitanti e schiacciato sotto il tuo stivale la patria, l'era d'oro, della nostra razza. Hai fatto a pezzi tutto ciò che con gli anni ero riuscito a creare e con i denti ero riuscito a conquistare. Hai distrutto il mio palazzo ed adesso hai pure rapito mia figlia. Nessuno aveva mai osato così tanto.- replicò Magneto levitando in aria e facendo crepitare tutt'attorno a lui scintille di energia elettromagnetica.

-Hai confinato la popolazione mutante e i suoi sogni di ereditare il mondo a questo pezzo di terra sperduto nell'oceano. Non sei degno di rappresentare la nostra razza Erik, non lo sei mai stato. Hai perso l'energia, il coraggio di seguire ciò che la natura stessa ci ha donato: il dominio della Terra. Ti sei fatto influenzare ed indebolire da stupidi sogni.- rispose Emma Frost avanzando nella sua forma adamantina, sicura che in quella forma Magneto non avrebbe potuto farle alcunché.

-Non ho mai smesso di credere in quello per cui ho sempre combattuto. Ho solo pensato più in grande il mio intero sogno.-

-Troppe parole.- interruppe Wolverine sguainando gli artigli e lanciandosi con tutta la sua ferocia contro Emma Frost.

-No! Fermati!- urlò Arcangelo, frapponendosi tra loro e lanciando dalle sue ali una nuvola di piume metalliche affilate come coltelli che si conficcarono nel corpo di Wolverine.

-I tuoi bassi istinti sono sempre stati il tuo problema.- disse Emma Frost guardando Logan che tentava di rialzarsi da terra.

-E il tuo problema è stato sempre quello di considerarti troppo astuta rispetto al resto di noi.- rispose Wolverine sorridendo.

Emma si voltò di scatto, e subito intuì di esser caduta in una trappola. Dietro di lei riuscì ad intravedere appena in tempo Shadowcat che, abbracciata Scarlet spariva nel pavimento.

-No, maledetti!- urlò lanciando un’onda di energia mentale contro Magneto, il quale riuscì a proiettare appena in tempo uno scudo di energia magnetica in sua difesa.

 

Fuori la battaglia dei quattro cavalieri contro la Sentinella continuava. I quattro mutanti erano ormai riusciti ad abbattere il gigante di ferro che man mano che lo colpivano si piegava su se stesso andando in pezzi. Il minotauro Guerra utilizzava la sua ascia di guerra come fosse una scure cercando di decapitare quel gigante di tecnologia che Magneto e gli X-Men avevano coinvolto soltanto con l’obiettivo di tenere occupati la guardia di Apocalisse.

Da una parte la lotta tra Magneto ed Emma Frost era una lotta a distanza, fatta di potenti energie che si contrastavano l’una con l’altra cercando di determinare chi fosse il più forte.

Dall’altra parte lo scontro era più carnale, Wolverine e Arcangelo si infliggevano a vicenda colpi mortali, infilzando e squartando l’avversario facendo quasi a gara a chi riusciva a dividere in più parti il corpo dell’avversario.

-Sei completamente uscito di testa Warren. Non ti perdonerò mai per aver permesso che ti accadesse.- disse Wolverine guardando il suo avversario, sperando in fondo di rivedere nei suoi occhi una scintilla di ciò che era un tempo il suo amico.

Sapeva bene cosa voleva dire il tocco di Apocalisse per una mente tormentata, così come i suoi compagni Arcangelo e Uomo Ghiaccio, anche lui in passato aveva sperimentato su se stesso il controllo e la libertà che Apocalisse riusciva ad infondere nei suoi prescelti. E forse proprio per il timore di rivivere quell’esperienza, odiava il fatto che Warren fosse caduto nuovamente nella trappola del nemico. Sperava non fosse necessario ucciderlo ma se fosse stato davvero indispensabile per salvare il resto di suoi amici, l’avrebbe fatto senza esitazione sperando di riuscire a perdonarsi.

 

 

Laboratorio sotterraneo.

 

Emil Salkovskis si aggiustò gli occhiali sul naso e fissò la Bestia Nera in piedi davanti a lui.

-E così adesso dobbiamo liberare il potere di Origine contro Apocalisse.- disse senza manifestare particolari emozioni -Potrebbe essere il classico caso di rimedio peggiore del male.-

-Non dirmi che la cosa ti spaventa… Emil.- ribatté La Bestia Nera con un sorrisetto maligno.

-Poche cose mi spaventano davvero, McCoy, tu più di tutti dovesti saperlo. Piuttosto, questa mi incuriosisce.-

-Mi ricordi una persona di mia conoscenza in un’altra vita. Eravamo rivali. -

-Davvero? Interessante… molto interessante. Ma ora smettiamola coi discorsi. Magneto si aspetta qualcosa da noi e non è il caso di farlo attendere troppo, ti pare?-

-Sono assolutamente d’accordo… anche se magari il vecchio Erik non sarà così soddisfatto del risultato come si aspetta… ma del resto come potrebbe progredire la scienza senza qualche rischio?-

            Così dicendo la versione distorta di Henry Philip McCoy si mise di nuovo allegramente al lavoro.

 

 

Palazzo Presidenziale

 

Jean Grey Summers galleggiava in aria… o almeno questa era la sensazione che provava, In realtà era rinchiusa in un bozzolo protettivo a forma di uovo creato dalla Forza Fenice. La situazione la innervosiva. Si sentiva impotente ed al tempo stesso sentiva che sua figlia premeva per venire al mondo e quello non era certo il momento più adatto.

*Non essere impaziente, figlia mia* le disse una voce nella sua mente, una voce che ben conosceva *Presto verrà il tuo momento, ma per ora è più imperativo proteggere la tua progenie da chi vorrebbe farle del male.*

*E quanto ancora dovrò aspettare?* chiese Jean sempre telepaticamente *Io sono intrappolata qui mentre Apocalisse minaccia i miei cari, il mio mondo.*

*Presto, ho detto. Già ora sono in moto eventi che faranno pendere dalla tua parte la bilancia del fato. Fidati, figlia mia.*

 

 

Eliveicolo dello S.H.I.E.L.D.

 

-Mi ha parlato.- esclamò Rachel Summers con le mani alle tempie -La Forza Fenice mi ha parlato.-

-La Forza Fenice in persona? Non Jean?- chiese Ciclope in tono preoccupato -E che ti ha detto?-

-Che dobbiamo tenerci pronti.- rispose la ragazza -Il momento di attaccare Apocalisse sta arrivando.-

 

 

Palazzo Presidenziale di Genosha.

 

-Adesso basta Emma. Torna in te. Liberati dall’influsso di Apocalisse e finiamo questa pazzia.- disse Magneto mentre continuava, tramite i suoi poteri magnetici, ad arginare l’energia che Emma Frost continuava a riversare contro di lui.

-Accetta il cambiamento e lascia spazio a chi vuole davvero portare la razza mutante al suo legittimo posto nell’ordine naturale delle cose.- rispose Emma Frost.

Ad un tratto le altre Sentinelle che fino a quel momento erano state a guardia della costa dell’isola si spostarono verso il palazzo richiamate da Magneto. Pronte a scatenare la loro energia contro le forze di Apocalisse.

-Tutto questo dovrebbe impressionarmi?- chiese Emma ghignando -È davvero triste che tu non ti renda conto di ciò che il potenziale mutante potrebbe fare se solo gli venisse concesso di poter agire e poter essere in accordo al suo destino. Il regno di Apocalisse non sarà un posto oscuro. La distruzione è solo un passaggio di ciò che accadrà. C’è una grande guerra che si profila all’orizzonte degli eventi, Erik, e tu lo sai bene.  Un mondo nuovo cercherà di sostituire un mondo ormai vecchio, fatto di vecchie regole e vecchi assetti. La razza mutante ha bisogno di essere in prima linea non solo per difendersi da ciò che accadrà ma per esserne lei stessa il motore. I piani di Apocalisse sono una via di purificazione del mondo. Il fuoco ci salverà.-

-Non avrai davvero...- disse Magneto con un filo di voce, terrorizzato dalle parole pronunciate da Emma Frost.

-Nella lotta per il nuovo mondo ci sarà bisogno di ognuno di noi. Ogni mutante avrà possibilità di esprimere pienamente il suo potenziale, nessuno sarà più recluso o addestrato per poterlo controllare. I più forti erediteranno la Terra!-

            La sua risata raggelò i cuori dei presenti.

 

 

CONTINUA

 

 

NOTE DI CARLO MONNI

 

 

            Con questo episodio subentro a Luca Losito che a sua volta aveva preso il testimone da Mr. T e che ha scritto circa l’80% di quanto avete appena letto. Mi auguro di saper portare adeguatamente le trame di chi mi ha preceduto anche se forse non esattamente nel modo in cui loro avevano pensato, del che mi prendo la piena responsabilità. Non può mancare anche un sentito ringraziamento a Fabio Furlanetto, Mickey e Carmelo Mobilia per il loro sostegno ed i preziosi consigli.

            Ed ora un po’ di note:

1)     Emil Salkovskis, è un personaggio creato da Mr. T in X-Men MIT #13. Venne presentato come consigliere particolare del Presidente della Federazione Russa e coordinatore del dipartimento per gli affari superumani di quella nazione, nonché psichiatra, psicoterapeuta ed antropologo, In seguito si trasferì a Genosha ed accettò un posto nel governo di Magneto, unico non mutante.

2)     Nota di continuity: questa storia si svolge all’incirca un anno prima degli eventi correnti nelle altre serie MIT e per la precisione prima di Vendicatori #74, Vendicatori Costa Ovest #16, Wolverine #5, WorldWatch #23 e Young X-Men #1.

Nel prossimo episodio: l’epilogo dello scontro con Apocalisse, il fato di Arcangelo e dell’Uomo Ghiaccio, la nascita della figlia di Scott e Jean e una sorpresa inaspettata… o almeno speriamo. -_^

 

 

Carlo

 



[1] Su X-Men Vol. 1° #25 (In Italia su Gli Incredibili X-Men #65).

[2]Charles Xavier, il Professor X, apparentemente defunto nel n. 29.

[3] Nell’episodio precedente

[4] Avvenne su Gli Incredibili X-Men MIT #26.

[5] In un dietro le quinte tra Gli Incredibili X-Men #26 e X-Men 30 ovviamente.

[6] Selene, Regina Nera del Club Infernale, ovviamente.

[7] Steve Rogers, altrettanto ovviamente. -_^